MALGA CAMPOBRUN
Fabio ed Erica ci raccontano del loro legame con questo luogo speciale e della vita in malga
La storia di Malga Campobrun
Sveglia alle 5.00 (se non prima). Si inizia con la mungitura degli animali, subito dopo la lavorazione del latte: quello appena munto va in caldera e quello della sera prima viene messo ad affiorare. Tutti i giorni si prepara il formaggio, ogni due giorni il burro. In tarda mattinata si pranza e il pomeriggio è dedicato agli altri lavori: recuperare la legna per la caldera, tagliare l’erba, scendere a valle per il fieno e accogliere la clientela di escursionisti. Non dimentichiamo il pascolo e poi la mungitura della sera. Una vita non semplice quella del malgaro, fatta di duro lavoro e scandita dai ritmi della natura e degli animali. Mentre Fabio, titolare della Malga Campobrun insieme a sua sorella Erica, ci racconta della loro giornata tipo, si percepiscono sì la fatica e i sacrifici, ma soprattutto un grande amore per questo luogo che racchiude la storia della sua famiglia e che è immerso in una bellissima Riserva Naturale, che ad arrivarci riempie gli occhi dei colori della natura e il cuore di pace e gratitudine. Una storia di famiglia che parte dal dopoguerra, quando il loro bisnonno ha cominciato a gestire la malga insieme ad altri quattro soci contadini e allevatori. Una vita dura, cui gli altri soci hanno rinunciato dopo qualche anno e che il bisnonno ho proseguito fino a quando due dei suoi cinque figli, tra cui il nonno di Fabio ed Erica, sono subentrati nella gestione. Siamo nel 2009 e il nonno resta da solo a lavorare in malga, ma non se ne parla di lasciare questa vita che ama: per cui Fabio comincia a dargli una mano durante l’estate e pian piano nasce la passione per il lavoro del malgaro e la volontà di continuare la storia di famiglia, diventando collaboratore del nonno. Nel 2017 viene a mancare questa figura per lui importantissima e Fabio diventa titolare dell’azienda, nella quale poi decide di restare anche sua sorella in qualità di socia. Un filo che unisce passato e presente, generazioni che si avvicendano in questo posto che fino a pochi anni fa mancava di molte cose, come la corrente elettrica o l’acqua calda, e che nel 2015 la Provincia di Trento (proprietaria di tutti gli immobili che si trovano nella Riserva Naturale di Campobrun), vedendo che c’era la volontà di tenere viva la Malga da parte di questa famiglia, ha deciso di fare dei lavori di ammodernamento, costruendo un impianto elettrico e fotovoltaico. Le condizioni di lavoro sono migliorate, anche se, come dicevamo, la vita del malgaro resta molto impegnativa.
Il formaggio come una volta…
E gli escursionisti di passaggio o che si fermano a riposare possono godere del frutto di questo lavoro: il formaggio fatto come una volta, nei vecchi calderoni di rame alimentati a legna; il burro, uno dei loro prodotti di punta, preparato facendo affiorare la panna dal latte; lo yogurt, che sta riscuotendo grande apprezzamento; e di recente anche il salame di loro produzione. I formaggi variano dal fresco allo stagionato, ci sono la caciotta, anche speziata, la ricotta e la ricotta affumicata. Una bellissima storia e tante cose buone che meritano davvero una sosta ristoratrice.
Come si arriva alla Malga Campobrun?
La Malga è situata geograficamente nella Riserva Naturale di Campobrun, a est della Lessinia. Il percorso più tradizionale per raggiungerla è dalla Val Illasi, lasciando l’auto al Rifugio Revolto, dove termina la strada percorribile e inizia quella demaniale. Raggiungibile anche dalla provincia di Vicenza tramite vari sentieri: uno che sale dal Rifugio “Cesare Battisti” alla Gazza nella Val della Lora e arriva fino al Passo Tre Croci; l’altro sempre dal Cesare Battisti passando per il Vajo di Pelegatta e il Rifugio Scalorbi. Ci si potrebbe arrivare anche dal Rifugio Campogrosso, arrivando a Bocchetta Fondi e poi riscendendo. Altrimenti dalla Val di Ronchi fino al Rifugio Passo Pertica, che è già nella Riserva Naturale Campobrun e sulla strada demaniale che porta alla Malga (la strada termina esattamente al Rifugio Scalorbi).